RU 486 che fare ?
Sono giorni che si parla del problema della pillola anticoncezionale RU 486, la quale è stata bandita da due regioni lontane politicamente dalla Chiesa ma vicine ai lettori cristiani.
Si tratta delle Regioni del Piemonte e del Veneto dove i neo presidenti Cota e Zaia, hanno deciso di lasciare il farmaco in magazzino.
Il punto da evidenziare non è morale - cattolico, ma sopratutto comportamentale e sanitario.
Io fondamentalmente non mi schiero da nessuna parte, ma penso di saper analizzare bene la realtà vedendo, ascoltando ed esprimendo delle conclusioni sulla vicenda.
La donna che dopo un rapporto sessuale, decide o sola o con il suo compagno di fare uso della pillola RU486, lo fa per vari motivi, alcuni dei quali legati alle condizioni economiche scarse, alla paura di non voler far crescere un bambino senza il padre il quale ha deciso di andare via, alla paura, essendo sieropositiva e dopo aver effettuato tutti i controlli, di far nascere e crescere un bambino sieropositivo.
Queste paure e difficoltà stranamente non vengono considerate dalla Chiesa ed ora anche alcuni governatori in Italia i quali ma pensano erroneamente che la pillola venga usata per vietare la nascita di un bambino generalizzando i motivi.
In Africa, alcuni preti, hanno avuto dalla Chiesa l'ordine di non dare gli anticonzionali alle donne, incrementando nel paese africano il virus dell' AIDS.
Per fortuna alcuni preti hanno omesso questo ordine, mettendo in salvo le donne dalla malattia e chiedendosi ogni giorno davanti a Dio cosa è giusto e cosa è sbagliato.
Io penso che il giusto non esista ma esiste soltanto la realtà, ovvero la consapevolezza che oggi, nel nuovo millennio i problemi sono tanti e le soluzioni poche se si vuole ancora dare retta ad una teologia vaticana, la quale parla di miseria (patrimonio economico del Vaticano immenso), parla di salute (divieto di prevenire AIDS) ma molto inconcludente.
Speriamo che per una volta il potere, i voti, l'economia non abbiano il sopravvento sull'intelligenza
Si tratta delle Regioni del Piemonte e del Veneto dove i neo presidenti Cota e Zaia, hanno deciso di lasciare il farmaco in magazzino.
Il punto da evidenziare non è morale - cattolico, ma sopratutto comportamentale e sanitario.
Io fondamentalmente non mi schiero da nessuna parte, ma penso di saper analizzare bene la realtà vedendo, ascoltando ed esprimendo delle conclusioni sulla vicenda.
La donna che dopo un rapporto sessuale, decide o sola o con il suo compagno di fare uso della pillola RU486, lo fa per vari motivi, alcuni dei quali legati alle condizioni economiche scarse, alla paura di non voler far crescere un bambino senza il padre il quale ha deciso di andare via, alla paura, essendo sieropositiva e dopo aver effettuato tutti i controlli, di far nascere e crescere un bambino sieropositivo.
Queste paure e difficoltà stranamente non vengono considerate dalla Chiesa ed ora anche alcuni governatori in Italia i quali ma pensano erroneamente che la pillola venga usata per vietare la nascita di un bambino generalizzando i motivi.
In Africa, alcuni preti, hanno avuto dalla Chiesa l'ordine di non dare gli anticonzionali alle donne, incrementando nel paese africano il virus dell' AIDS.
Per fortuna alcuni preti hanno omesso questo ordine, mettendo in salvo le donne dalla malattia e chiedendosi ogni giorno davanti a Dio cosa è giusto e cosa è sbagliato.
Io penso che il giusto non esista ma esiste soltanto la realtà, ovvero la consapevolezza che oggi, nel nuovo millennio i problemi sono tanti e le soluzioni poche se si vuole ancora dare retta ad una teologia vaticana, la quale parla di miseria (patrimonio economico del Vaticano immenso), parla di salute (divieto di prevenire AIDS) ma molto inconcludente.
Speriamo che per una volta il potere, i voti, l'economia non abbiano il sopravvento sull'intelligenza
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